Damiano Dargenio
Damiano Dargenio
Testo critico mostra retrospettiva di fotografia di Damiano Dargenio a cura di Massimiliano Bisazza
“Best seller”
La retrospettiva di Damiano Dargenio racchiude dieci anni di un lungo percorso di fotografia ad altissimo livello. “Best seller” dunque è un progetto dettagliato che racconta la vita di ogni personaggio rifranto, secondo la personalissima e indubbiamente originale creatività dell'artista, ma non è solo questo, è una sorta di “romanzo” creato da immagini, il “best seller” di ognuno di noi, di ognuno di voi..
Ritratti che vanno al di là del concetto stereotipato o troppo comune nelle arti visive, sono presenti sulle pareti della galleria STATUTO13 nel cuore di Brera. Ma ognuno di questi è il risultato di differenti capitoli della produzione artistica di Damiano Dargenio che, in modo silente ma molto presente energeticamente, ci prende per mano; ci conduce nel suo mondo, anzi nei suoi mondi onirici e ci lascia la mano al fine di ritrovare un rettangolo di verità collegabile al nostro vissuto individuale. Ci permette inoltre di divagare in ambientazioni onirico-surreali, sperimentali, fashion o ipertecnologiche.
Un viaggio di immagini virtuali, piacevolissimo e verosimilmente espresso su diversi supporti tecnici; dal d-bond dove l'immagine è stampata direttamente su lastra; alla stampa su carta fotografica sapientemente incorniciata con passepartout; si dipanano di fronte al fruitore e lo catturano, lo ammaliano.
Ecco personaggi femminili che mostrano le loro nudità artistiche ma nascondono i loro volti, dunque la loro anima. In un'opera fotografica una delle protagoniste copre il proprio volto con uno specchio, nel quale potremmo idealmente rivedere noi stessi...o il cielo; in un attimo rivedo la poetica di René Magritte e la rivivo trasognante.
Uno scatto effettuato dall'alto evidenzia una lunga scalinata spiraliforme e mentre la guardo sento un accenno di acrofobia, per poi rendermi conto che nella scalinata più in basso si intravede la schiena di una donna, “inumidita” poeticamente dalla luce che filtra dalle finestre e mi accorgo, anche in questo caso, che non riesco a scorgere il suo volto!
Ecco in contrapposizione che vedo però anche fotografie che hanno una chiara ambientazione “fashion” dove linee oblique si stagliano come direttrici che viaggiano veloci fuori dall'opera, mentre in basso un personaggio cammina a testa alta e frontale, con il tipico portamento della modella sul “catwalk”.
E poi...ancora ritratti, più piccoli e frastagliati come fossero satelliti sulla parete, mostrano una donna con cappello e sigaro alla maniera di una “gangster” della Chicago degli anni '20, rude nella posa mascolina, ma vera e che seduce....
Infine si giunge in un'area appartata dove la sensazione di essere accolti in un clima totalmente diverso è palese. Un luogo futuristico, alla “Blade runner” ; dove i ritratti sono veri e propri “Cyberpunk portraits”.
Ispirato dal movimento letterario che nacque attorno alla metà degli anni ’80 da un’invenzione di Bruce Bethke che narra quanto sia contemporanea la sovrapposizione del Pop all’ High –Tech. Il contrasto dell’uomo-macchina diventa un tutt’uno: la carne (flesh) si fonde con il metallo (iron) generando cyborg dotati di un notevole aumento delle capacità rispetto alle azioni altrimenti impossibili all’essere umano: sembra quasi ci sia una volontà precisa nel recuperare l’antica visione del corpo già dall’ormai lontana cultura popolare medievale.
Ma molte sono le sorprese racchiuse in questo fantastico - e utilizzo questo aggettivo volutamente, riferendomi alla mera percezione del “fantasticare” a tutto tondo - itinerario che l'artista Dargenio ci concede generosamente, dove le luci fanno da “padrone”, gli equilibri compositivi ne sono la matrice ab initio, come dicevano gli antichi latini.
“Mentre per molti l’istantanea è un simbolo di spensieratezza e casualità, essa è in realtà un’intuizione fulminea, qualcosa che per vari motivi desideriamo perpetuare e che può avere un autentico valore umano e storico. Quanto più guardiamo, tanto più vediamo e quanto più vediamo, tanto più reagiamo”.
(cit. Ansel Adams)
In mostra sino al 25 aprile 2017.
12 aprile 2017 18:30