Aldo Salucci
Aldo Salucci
Testo critico mostra personale di fotografia di Aldo Salucci a cura d Massimiliano Bisazza
“MUD”
“Colonizziamo noi stessi, lavoriamo e muoviamoci con i piedi ben giù, nel fango e nella mota delle opinioni, dei pregiudizi, delle tradizioni, degli inganni e delle apparenze […] finché non arriveremo a un fondo solido e alla viva roccia, che potremo chiamare realtà, e di cui potremo dire: «Questo esiste senza possibilità di errore» e poi, avendo un point d'appui, sotto l'inondazione, il gelo e il fuoco, cominciamo a preparare un luogo dove si possa piantare con sicurezza un muro, o uno Stato, o un palo da lampione, o magari un idrometro […] affinché i secoli futuri possano sapere come, a poco a poco, un'inondazione di falsità e apparenze si fosse formata nei secoli trascorsi. […] Morte o vita che sia, desideriamo soltanto la realtà.”
(Cit. Henry David Thoreau )
Aldo Salucci torna ad esporre in Brera a Milano con un nuovo progetto fotografico che riprende il tanto amato tema dell'acqua ma stravolgendone il punto di vista contenutistico e filosofico estetico. Se nella mostra presentata nel 2016 la poetica dell'acqua si fondava sul principio delle superfici rifrante; oggi scende nel profondo e scandaglia metaforicamente i fondali dell'elemento vitale, abbinando ad essi significati e significanti imputabili alla metafora dell'inconscio.
Il termine anglosassone “mud”, nella traduzione italiana, descrive ciò che è fangoso; ma in senso figurato può riferirsi anche a qualcosa di “denigratorio in senso elogiativo del termine” e in questo progetto fotografico riesco a scorgere un l'intento semantico che in questa parola emerge dal latino “niger”, cioè “nero”, parafrasandone così un contenuto che narra quei fondali oscuri - neri appunto, ndr. - che allegoricamente sono ascrivibili a quei momenti bui in cui versa lo scorrere delle acque della vita di ognuno di noi e dell'artista in primis.
Scatti onirici che passano dalla luce intensa dei colori sfavillanti al buio delle profondità dell'anima riescono ad emozionare il fruitore conducendolo per mano in un mondo “altro”, dove si riescono a scorgere emozioni, sensazioni e vissuti personali, intimi e intensi.
L'acqua dunque è sempre fautrice di vita ma può nascondere anche segreti che in quanto tali sono privati e confidenziali. L'acqua; questo meraviglioso elemento non finisce mai di stupirci e di concederci il privilegio di ravvisare i valori più svariati ad essa attribuibili non solo nel significato biologico o scientifico ma ascrivibile allegoricamente alla natura umana, all'inconscio.
Immagini ci accolgono dalle pareti della galleria, ci osservano e ci raccontano eventi soffusi ma paradossalmente dotati di un clamore concettuale arbitrario; vallate di ricordi si stagliano sui supporti, ci mostrano dettagli lenticolari, sui quali possiamo virtualmente inerpicarci col pensiero. Tracce vulcaniche con rossi accesi e lapilli che sfrecciano in “voluttuose” circonferenze; mentre ellissi si dipanano davanti al nostro sguardo.
Fotografie intense che confessano proponimenti nascosti, desideri sopiti, accadimenti alterati dalle vicissitudini del quotidiano che a volte ci fa gioire ma altrettanto sa infliggerci dolori o sofferenze indicibili e soprattutto inaspettate.
Poi, subentra il lato razionale, che osservando le opere ci rammenta che il lavoro artistico di Salucci è tutto questo a livello di poetica ma... tutto sempre e soprattutto è derivante dall' elemento dell'acqua. Ci si domanda: può questo liquido ancestrale essere rifranto a tal punto in un'opera d'arte da percepirne così tante sfaccettature?
La risposta è sicuramente affermativa e conferma la capacità creativa dell'artista nel saperne dare tante e tali sfumature ricche di lirismo e riletture inventive, fantasiose o....legate al suo vissuto.
In questo progetto è il “vissuto” che di fatto fa la differenza e che si incastona come una pietra preziosa nell'equilibrio compositivo dell'opera d'arte, rendendola unica e preziosa al contempo.
Infine amo concludere con una considerazione di tipo estetico, scorgendo cioè quel profondo senso attrattivo che Aldo Salucci artista nutre da sempre nei confronti della bellezza; lo affermo, lo confermo, denotando quanto anche di fronte a temi che possono essere a volte così intrinseci l'artista sappia dare quel tocco elegante e piacevole alla composizione, al bilanciamento e alla cromia delle opere esposte.
“Mi feci tante domande che andai a vivere sulla riva del mare e gettai in acqua le risposte per non litigare con nessuno.”
(Cit Pablo Neruda)
In mostra sino al 9 maggio 2017.
26 aprile 2017 18:30