Sonia Piombin
Sonia Piombin
Testo critico della mostra personale di fotografia di Sonia Piombin a cura di Massimiliano Bisazza
“Umanamente”
Il mondo creativo dell'artista Sonia Piombin è pieno di delicatezza, sensibilità e umanità tutte volte al femminile. Ciò che mi ha colpito è il profondo senso di intensa introspezione e compassione che sono volte all'unisono e si palesano con immagini poetiche e dotate di equilibrio compositivo.
Una mostra personale che è un'epitome selezionata appositamente per l'esposizione meneghina dove si possono evincere varie tematiche principali: il viaggio, gli “still life” della natura, degli oggetti simbolici e dei ritratti rifranti dall'artista, animali e paesaggi.
Il percorso fotografico è di lungo tempo e permette all'osservatore di saper apprezzare la passione artistica e creativa della fotografa Piombin; l'osservazione per il dettaglio lenticolare quanto per la visione panoramica d'insieme che scaturisce dalla rispondenza emotiva dell'artista stessa.
Poter incedere all'interno della galleria soffermandosi di fronte a tramonti emozionanti che catturano il nostro sguardo avido di sensazioni è impagabile. Percepire le atmosfere e la trepidazione avvertite dall'artista nel corso dei suoi frequenti viaggi e che sa a sua volta trasmettere con dovizia e generosità, è appagante per l'anima.
Grandi pachidermi sulla riva di un fiume sono intenti nell'abluzione che ha il sapore di un sacro lavacro, una liturgia che è senza dubbio una cerimonia della natura, unica e quasi commovente.
Spostandoci all'interno della mostra possiamo bearci anche di fiori equatoriali, più o meno colorati, dalle forme intonse in taluni casi o morbide ed arrotondate in altri.
Luoghi lontani, luoghi di preghiera e di incontro, templi di antiche civiltà orientali sono di fronte ai nostri sguardi cullati dalle metafore, che paradossalmente non si scontrano con luoghi cittadini; dove gli interpreti della frenesia urbana si dimenano nella corsa del quotidiano. Ad esempio, o più semplicemente, emerge un homeless che giace silenziosamente in un cartone “abitativo”, chiuso nel suo guscio virtuale, simbolicamente protetto dal mondo esterno che in fondo....non sa far altro che ignorarlo disumanamente.
“L'umanità ha sempre barattato un po' di felicità per un po' di sicurezza”
(Cit. Sigmund Freud)
Forse una delle tante domande che può scaturire da questo interessante percorso artistico e fotografico di Sonia Piombin sta proprio nel chiedersi: “Quanto un essere umano possa rimanere impassibile di fronte all'infelicità altrui?” La citazione della frase di Sigmund Freud in realtà può essere percepita proprio come una delle risposte, forse la più frequente: fino a quando non venga cioè intaccata la sicurezza virtuale alla quale la nostra società egoistica si è abituata in modo insano.
Allora riusciamo a comprendere meglio la poetica di quest'artista proprio se ne cogliamo l'essenza, se siamo giunti al punto in cui riusciamo a porci delle domande, se siamo disposti a uscire dal mondo fittizio e di cartapesta che troppo spesso ci si è cucito addosso in modo consapevole o non; proprio per eludere le nostre paure.
“La maggioranza dell'umanità vive un'esistenza di tranquilla disperazione”
(Cit. Henry David Thoreau)
Non ci resta che affidarci all'ausilio delle arti visive e al piacere che ne traiamo nell'osservarle....che sia questo un espediente umanamente molto più accettabile?
In mostra sino al 4 luglio 2017.
21 giugno 2017 18:30